giovedì 21 luglio 2011

MISERA ME - PUNTATA N° 7

Questo corridoio sembra così lungo oggi, le mura grigie mi osservano cupe, come ad accompagnarmi al patibolo. "Dead girl walking"... i tacchi da guinness della segretaria di Grizzly, il direttore, eccheggiano nei vuoti spazi attorno a noi, e io, pochi metri dietro a lei posso intravedere dietro la gonna, appositamente striminzita, un perizoma sgambatissimo e appena sotto l'orlo della gonna si può vedere chiaramente il pizzo nero delle autoreggenti. Una donna sposata che
 viene a lavorare in queste condizioni...io sarò anche vecchio stampo, ragazzi, ma questa viene in ufficio conciata esattamente come quella prostituta di colore che lavora poco lontano dallo stadio in centro città. D'un tratto mi immagino che al posto delle decolletè rosse indossi un paio di buffalo tamarrissime con superzeppona, si, quelle scarpe che andavano una quindicina di anni fa... immaginandola con questi zatteroni ai piedi scoppio in un una risata fragorosa e tento di cammuffarla con un colpo di tosse per niente convincente. Tamarrona si volta di scatto e mi sbircia da sopra gli occhiali senza smettere di camminare.

Toc Toc. In attesa di essere ricevuta non so che cosa aspettarmi. Sento Grizzly urlare al telefono con qualcuno e trasalisco quando sento che burbero accenna un "avanti". Tamarrona apre la porta e invitandomi ad entrare con un gesto della mano, mi guarda con aria soddisfatta: i suoi occhi cerulei mi dicono chiaramente "ecco ciccia, è tutto tuo" e chiude dolcemente la porta alle mie spalle.

O merda, non sono sola. Oltre a Grizzly che non calcola minimamente la mia presenza vedo che di fronte alla sua scrivania è seduta ordinata e composta Sgambettona- non ho chance contro di lei. Oggi sarò licenziata. Lei non si è mai girata da quando sono entrata;, mi dà le spalle ma riconoscerei quei maledettissimi boccoli a decine di metri. Grizzly sta leggendo un foglio battuto a macchina, ma non ho idea di cosa sia e non mi interessa, così non sapendo che fare, rimango li sospesa a mezz'aria, con le mani sudaticce che si torturano l'un l'altra dietro la schiena e gli occhi che vagano e si soffermano su stupidi dettagli della stanza: un muro scrostato, una pianta ingiallita, un orologio che rumoreggia ad ogni secondo e che lo scandisce con ferocia. TIC TAC TIC TAC TIC TAC.

"Signorina, si sieda" mi ordina Grizzly. Quando prendo posto accanto a Sgambettona noto che sullo zigomo e sotto il mento si è applicata della garza e una medicazione alquanto improbabile. La sto ancora osservando con le sopracciglia aggrottate ma lui interrompe i miei pensieri "Allora, mi dica, cos'è successo? Ho saputo che ieri sera alla festa indetta ogni anno dalla Co.st.er. si è verificato un fatto molto grave". Sgambettona alza un sopracciglio con aria di superiorità e rimane li, in attesa della mia umiliazione.

"Signor Gr...ehm... Direttore, non so spiegarle esattamente cosa sia successo, penso ci siano state una serie di incomprensioni che hanno portato poi a far sfuggire la situazione di mano. Io...ecco...non saprei cosa dire. Mi disp..." "smettila!!!! smettila stupida razza di zingara" mi ferma urlando Sgambettona "sei solo una cretina! Guarda! guarda qui!" sbraita indicandomi le medicazioni "mi hai rovinato il viso, sei contenta? cosa c'è? sei gelosa perche io sono più carina di te? Ma guardati! Porti le stesse scarpe in ogni stagione dell'anno, hai si e no tre paia di pantaloni e quelle stupide felpe antistupro! Signor direttore, mi scusi ma questa è pura invidia! Questa specie di zingara è gelosa di me e ha tentato di attentare alla mia bellezza e femminilità solo per invidia! Una persona cosi sciatta non dovrebbe nemmeno lavorare in un'azienda di questo livello" squittisce terminando col fiatone. Io ho la bocca spalancata e sono sconvolta a tal punto dalle sue parole da non riuscire a replicare. Abbasso lo sguardo imbarazzata e non riesco a guardare Grizzly. Non riesco nemmeno ad insultare quella donna. Sono troppo ferita ed umiliata. Mi sento la peggiore della feccia. E poi, per Dio, ha ragione. Sono una stracciona.

Grizzly sospira e dice "Sig.ra, grazie di avermi dato la sua versione dei fatti, lei vada pure, e torni in ufficio: io devo fare quattro chiacchiere in privato con la sig.ra Carlotta". "Grazie Direttore, grazie mille" esclama con la voce rotta dal pianto e stringendogli la mano viscida e molle, se ne va senza salutarmi. Sbatte la porta dietro di sè e io tengo gli occhi a terra. Non ho veramente il coraggio di guardarlo, cosa posso dire a mia discolpa? "Parlerò solo in presenza del mio avvocato.."? No...no...meglio di no. Sento che Grizzly si alza in piedi, fa un paio di passi e mi da le spalle per guardare il panorama fuori dalla finestra. Starà cercando le parole per dirmi che sono licenziata. Poi ecco una risata. Diabolica. Terrificante. Stile Shining. Si volta verso di me con un ghigno malefico sulle labbra e mi porge la sua mano sussurando quasi impercettibilmente ma con un intenso retrogusto di piacere "Complimenti Carlotta, i miei piu sinceri complimenti: erano anni che speravo che qualcuno prendesse a schiaffoni quella mezza troietta"

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