giovedì 30 giugno 2011

MISERA ME, PUNTATA NUMERO 2 : VOTATE !

A fine giornata esco esausta dall’ufficio, con l’aspetto di una rom al supermercato. Quando torno alla mia misera dimora e dopo un’ulteriore doccia bollente mi ritrovo in cucina vestita con:


-          pigiamone intero antistupro di winnie the pooh
-          moppine ai piedi con la faccia di Pluto
-          turbante di asciugamano rosso magenta
-          cerotto marrone traspirante sulla fronte dove c’è la ferita provocata dalla tapparella di ieri sera
-          maschera all’argilla e cetriolo per purificare e tonificare la pelle del viso (stesa evitando accuratamente la zona cerotto)

Sto spadellando una busta di “quattro salti in padella”: la dieta la inizio domani, mica posso tenermi in freezer sta roba, che poi cedo alle tentazioni. Quando tutti i cubi chimici di sughetti altamente colesterolizzati si sono sciolti, verso le due porzioni su un piattone gigante e mi siedo sul divano con in grembo la profumata pietanza e una forchetta. La coca cola è gia sistemata sul tavolino da un po’, niente bicchiere, bevo a canna cosi non lo devo lavare. Ho già un sacco di roba li dentro a quel lavello! Non faccio in tempo ad accendere la tv che suona il campanello. Ecco cazzo! Lo sapevo! Sono quei due siciliani che abitano sotto che non hanno niente da fare e vengono a scassare la minchia, come si usa dire dalle loro parti, perche non hanno un bel niente da fare. Dovranno sicuramente lamentarsi delle urla da denuncia ENPA che quei 4 bastardi lanciano ogni volta che mi beccano a preparare le ciotole. Poso scocciata il mega piatto sul tavolino, e anche se la maschera si sta indurendo sulla faccia, vado verso l’entrata per aprire la porta, tanto li liquiderò in pochi attimi!
Quando sono a pochi cm dalla porta vengo assalita da un dubbio: ma i Siciliani verrebbero a suonarmi il campanello alle 10 e mezza di sera? Con passo felpato mi avvicino allo spioncino e con leggerezza degna di lupin lo sollevo e ci poso l’occhio.
Oh.
Porca.
Puttana.

Oh.
Porca.
Puttana.

Oh.
Porca.
Porca.
Porca.
Puttana!

Me ne ero completamente scordata!!! Mirko! Oddio che razza di idiota che sono! C’è Mirko sull’uscio e io non posso aprire per una serie infinita di motivi! Si è fatto 75km per venirmi a trovare e io me ne sono completamente scordata! Porto entrambe le mani alla bocca e la stringo forte per tappare quel mugolio che sta cercando di uscire con tutte le sue forze! Inizio a saltellare intorno a me stessa con lo sguardo terrorizzato, cercando nel mio cervello vuoto un cazzo di neurone che mi aiuti ad uscire da questa situazione! Suona di nuovo, si sta innervosendo, lo sento sta sospirando! Quel tipo non è tanto giusto, butta giù la porta se non gli apro! E come minimo non lo vedrò per il resto delle prossime otto vite se oso fingere di non esserci!

Aiutami cervello
Aiutami cervello

Mi picchio con dei forti pugni sulle tempie sperando di far smuovere qualcosa!

EUREKA!

“Mirko?!?” cerco di sembrare disinvolta parlandogli attraverso la porta ma l’argilla induritasi sul viso mi impedisce di aprire bene le mandibole.
“Si, beh che fai? mi apri o no?” . Scazzatissimo.
“Ehm… si … dovresti aspettare un secondo… sono appena uscita dalla doccia, e non possiamo stare qui…!”
“Ma se andiamo a letto assieme da due mesi, che mi frega se sei mezza nuda, e perche non possiamo stare qui?!”
“Zitto cretino!!! Stai urlando sul mio pianerottolo!!!” e aggiungo sussurando e cercando di essere il più credibile possibile: “ho un ospite, dopo ti spiego…”
Tutto i condomini saranno con le orecchie sulle loro fottutissime porte a guardare Mirko dallo spioncino e a sghignazzare!
“Dai muoviti stupida!”. Non c’è ironia in questa offesa.
“Arrivo, faccio in un momento, stai zitto e non parlare”

Finche mi allontano dalla porta sento il cretino che fischietta una canzone dall’aria prettamente erotica. Testa di cazzo. Devo fare più in fretta possibile o mi rovinerà la mia già instabile reputazione qua dentro. Ma proprio io dovevo diventare la amica speciale di quest’imbecille? Corro sgraziata verso la cucina, inciampando sulle scarpe che mi sono levata appena entrata in casa e che ho lasciato davanti alla porta, rovesciate a terra. La staffetta continua fino al bagno, dove vado a sciacquarmi la maschera d’argilla che nel frattempo è diventata un pezzo di marmo: con le unghie la sollevo e la stacco in preda a dolori atroci. Getto le moppine e il pigiamone sul bidet, mi dirigo veloce e nuda in camera a cercare delle mutande che non assomiglino a quelle di zia Peppina. Quando Mirko si attacca al campanello senza pietà, tralascio l’idea di cercare della lingerie sexy e mi infilo le prime cose che trovo. Un velo di trucco, una phonata veloce alla lunga chioma nera e poi eccomi pronta! Posso uscire.


Arriviamo al pub e ci fiondiamo nel primo tavolo libero, vediamo di scegliere quello un po’ più appartato.
Lui mi guarda negli occhi “dai, dimmi chi c’è in casa tua”. Prendo tempo per inventarmi una cazzata dell’ultimo minuto “che c’è? fai il geloso adesso?” “Dai su su, non dirmi stronzate, chi c’è? Non sono geloso. Voglio solo sapere come mai non mi hai fatto entrare”. Nel suo sguardo c’è aria di sfida mista a fastidio. Questa serata non finirà nel migliore dei modi. D’un tratto sento un tacchettìo conosciuto, entriamo in una specie di microcosmo a rallentatore in cui tutto è in slow-motion. Questo rumore lo conosco perfettamente, e vedo Mirko che stacca ferocemente gli occhi dai miei e volge la sua attenzione verso l’entrata del pub. Indignata mi volto anche io, sempre in slow motion e come sospettavo vedo Sgambettona varcare la soglia di legno. La mia espressione vira dal sorpreso al disgustato quando mi accorgo della bava che scende a lato della bocca di Mirko. No, non sono gelosa, è che Sgambettona non può essere sempre la protagonista, anche quando dovrei esserlo io. Mi ero impegnata cosi tanto per essere la stella di questo cielo questa sera, e invece, eccomi qui a vedere quelle gambe kilometriche che avanzano setose e languide verso di noi. Tic tac tic tac tic tac. Maledetti tacchi rumorosi, ma non dovrebbe essere a casa con i piedi in ammollo invece di andare in giro a sculettare e a rubare le attenzioni dei miei amici speciali???
La mia bocca cade letteralmente a terra quando, dietro i dondolanti boccoli, spunta un viso a me noto. No, dai. Non può essere veramente lui. Socchiudo gli occhi per mettere più a fuoco e li strizzo incredula. E’ il Viscido. Ma… è in compagnia di Sgambettona? Alto 30 cm meno di lei, con una specie di abito grigio da uomo di un paio di taglie più grandi, mocassini aborranti, capelli unti e ingellati, sorriso ligneo e subdolo e – tocco finale – unghietta del mignolo lunga e appuntita. Potrei riconoscerlo tra mille. E’ lui, il nuovo padrone della Mia casa.
Viscido si siede al tavolo con Sgambettona e posa il braccio sulla spalliera della panca atto a fingersi disinvolto e a suo agio.
Però aspetta…Sgambettona…Viscido… amici… amanti… lei potrebbe essere il mio gancio per rientrare nella mia dolce e dimenticata dimora! EUREKA 2! Oggi sono proprio un pozzo di sapienza e sagacia.


Nessun commento:

Posta un commento