mercoledì 27 luglio 2011

Misera me - 9° puntata

Quando rientro nel mio ufficio, tutte le cariatidi mi osservano di sottecchi, e io mi diverto a non dire nulla. Prendo uno scatolone e inizio a riempirlo di tutte le mie cose, come nei film americani. Scorgo sorrisi, ghigni e risatine soddisfatte trattenute con le mani davanti alla bocca. E' evidente che pensano che io sia stata licenziata in tronco e gia che ci sono glielo faccio credere per un pò. Sarà ancora più divertente vederle a bocca aperta quando mi vedranno al fianco di Francesco. Una promozione! Ma chi l'avrebbe mai detto??? Cosi inaspettata, cosi improvvisa, caduta come un fulmine a ciel sereno, o come una manna dal cielo, a seconda del punto di vista. Alzo il pacco pesante e nessuno si degna di aiutarmi, nemmeno il Guercio, l'unico uomo di questo squallido ufficio. Apro la porta con un piede e mi giro a guardarli come fosse l'ultima volta. Li osservo uno ad uno, con un piccolo sorriso sulle labbra. Loro ricambiano lo sguardo che vaga nella stanza e che in alcuni momenti si incrocia con il mio, in altri momenti con il monitor, in altri con il muro, in altri con le scarpe. Non posso trattenere una risatina e scrollo la testa impietosita da quelle figure tristi e attempate.

Senza salutare mi giro ed esco, lasciando alle mie spalle un corposo brusìo.
Eccomi davanti alla porta di Francesco.

C'è una targa fuori, con il suo nome. Provo a bussare. Non risponde nessuno. Riprovo...il nulla assoluto, un eco nella valle dei Re. Apro piano la porta e mi affaccio "Permesso...?". Scorgo una scrivania semivuota, con una targhetta col mio nome posata sulla superficie. L'hanno già preparata? lascio lo scatolone accanto alla sedia e inizio a guardare la mia nuova dimora professionale. Ci sono solo 2 scrivanie. La mia e un'altra che immagino sia di Francesco. Oddio che emozione prorompente, mi sento un'adolescente ai primi amori. Faccio un giro d'ispezione e guardo con ammirazione i quadri che Francesco ha scelto per le sue mura. Gauguin ha la meglio su tutti gli altri pittori, le mura sono dipinte di colori caldi, e questo grande openspace ha tutto l'aspetto di una dolce dimora, non di un ufficio. In fondo a questa stanza c'è una porta di vetro satinato. Cosa sarà?

Torno verso la scrivania che porta il mio nome e mi siedo sull'autorevole poltroncina. C'è qualcosa accanto alla mia targhetta. Il mio cuore inizia ad incendiarsi. E' un girasole. E' uguale al girasole che stamane era sul mio comodino. Oh Cristo Santo. E' uguale e d'un tratto noto che tutta la stanza è adornata da girasoli. Sulla finestra, sui quadri, nei vasi a terra. Girasoli. Girasoli. Girasoli. Perche sono qui? Perche quel girasole è a casa mia? Francesco è venuto da me ieri sera? Siamo stati a letto insieme? E' per questo che ho la promozione? Domattna glielo chiederò...con o senza vergogna. Con o senza pudore, devo saperlo.

Nella strada verso casa in auto qualcosa mi torna alla mente. La mia casa, la mia villa, il mio segreto nella terza mattonella. Ho mandato tutto a fanculo, ho perso il mio amico speciale e l'unico aggancio che avevo per poter rientrare li dentro. La carta Sgambettona è ormai perduta, non ho piu speranze per giocarmela. Forse mi rimane solo la soluzione di violare la proprietà privata ed entrare in quella MIA casa rischiando l'arresto. Devo pensarci, non ho alcuna intenzione di mollare o di arrendermi. Devo rientrare e rivedere la mia casa, e dopo essermela gustata per bene, devo assolutamente andare in soffitta a riprendere ciò che mi appartiene.

Arrivata al mio misero appartamento, questa volta con un piccolo sorriso beffardo che ricorda la promozione e il nuovo progetto lavorativo che mi aspetta, vedo una figura posata sul muretto accanto ai campanelli.
"Sono almeno due ore che ti aspetto". Non ha fiori tra le mani e non usa affabili toni nelle sue parole.
"Cosa vuoi, Mirko?"
"Ti aspetto due ore sotto casa per parlare con te e l'unica cosa che sai dire è "cosa vuoi"?"
"Senti, ne ho abbastanza di te, non credo sia il caso di continuare questa farsa!" urlo sbigottita. Non voglio che mi rovini il mio momento di gloria.
"Ma guarda che razza di stronza" alza la voce lui alzando gli occhi al cielo e camminando nervoso quasi su se stessso, aprendo le braccia in senso di insofferenza e incredulità.
Sento un paio di finestre aprirsi. Lo prendo per una manica. "Vieni dentro, mi dici quel cazzo che devi dirmi e poi sparisci." "Vaffanculo, stronza, muoviti che poi puoi giurarci che me ne vado."

Entriamo in casa, sbatto la borsa sulla tavola. "Ok, sono tutta orecchi. Dimmi" dico con aria indisponente.
Lui mi fissa. Porca puttana, perche ha quegli occhi? Perche non riesco ad essere obbiettiva. E' bello ma stronzo, non fa per te.
"Voglio sapere perche mi hai rovesciato quel cazzo di vino addosso ieri sera, brutta stronza, mi hai fatto fare una figura di merda mai vista"
"TU???? Tu hai fatto una figura di merda???" urlo sconcertata con l'espressione più incrdula che mi riesce. Rido isterica. "Ti ricordo che sono io che ho fatto la figura della cornuta davanti a tutti i miei colleghi, brutto coglione!"
"Ma che cazzo volevi da me? Tutte quelle menate della casa e di dover entrare e di dover conquistare Raffaella! L'ho fatto solo perchè me lo hai chiesto tu, questo te lo ricordi???" sbraita avvicinando a pochi cm il suo viso dal mio.
Non mi allontano, non sia mai che pensi che ho paura di lui, sciocco dongiovanni. "Si che me lo ricordo, caro mio, ma non ti avevo detto di umiliarmi! Non serviva che te la scopassi davanti a tutti, si, la tua cara "RAFFAELLA" perche ora la chiami anche per nome no, che carini che siete!!! Vaffanculo Mirko, Vaffanculo. Non serviva tutta quella pornografia, bastava solo un abbordaggio leggero, il resto lo potevi fare in un altro momento". Gli strilli ormai hanno raggiunto i livelli di inquinamento acustico molesto. "Lui si avvicina sempre piu al mio naso, sembra che voglia darmi una testata da un momento all'altro e sempre con toni molto alti e feroci afferma "E tu allora, che facevi la puttanella con quel bellimbusto? Eh? Tu non avevi alcuna missione da compiere, io l'ho fatto per te, tu invece ti sei messa nelle braccia di quel coglione!"
"Eh no caro mio..." sto per ribattere, quando, senza lasciarmi prendere fiato, Mirko mi bacia con violenza e mi sbatte addosso alla tavola della cucina. "Lasciami st...." biascico impotente, e mi lascio mangiare da quella scarica di passione e rabbia, un mix micidiale di ira e sensualità. E senza accorgermi, ci ritroviamo nudi, a fare l'amore sulla tavola ancora apparecchiata dal giorno prima.


Non so che  considerazioni fare. Sto stesa sul mio letto, Mirko se n'è andato senza dire niente. Cos'è stato tutto questo? Gelosia? Amore? Possessività? Sesso e nient'altro? E' stato diverso dalle altre volte. Non c'è stata la chiacchierata scherzosa del "dopo". Appena finito, ha bevuto un bicchiere di amaro e senza salutarmi è andato via, sbattendo forte la porta, e lasciandomi nuda e sconcertata sulla tavola della cucina.

E' gia mattina, ieri sera non ho cenato e questa notte non ho chiuso occhio. Davanti a me ho avuto tutta la notte lo sguardo di Mirko che per la prima volta mi entrava negli occhi finche lo facevamo, questa volta non è stato del sesso insapore. Ma non sono riuscita a decifrare quello che i suoi occhi hanno tentato di dirmi tutto il tempo. Mi stava punendo? Mi stava dando della puttana? O cos'altro?

Arrivo in ufficio e questa mattina sono vestita in maniera più adeguata. Ho rispolverato un vecchio abito verde militare, molto sobrio e adatto al mio nuovo ruolo. Entro raggiante in azienda e vedo tutte le vecchie cariatidi sconvolte dalla mia presenza:"ma non era stata licenziata?" sento sibilare mentre passo. "Ora devo subito parlare con Francesco, appena arriva! Devo sapere cosa è successo quella sera."
Apro la porta e qualcosa mi blocca il battito. "Cosa fai tu qui?" mi chiede. "No, cosa ci fai tu qui!!!???" rispondo di botto. Per un attimo non sappiamo cosa dire. "Guarda che quella è la scrivania di Francesco" le dico "No ciccia, questa è la mia scrivania da circa 4 anni" risponde Sgambettona.

Francesco entra improvvisamente dalla porta e vedendomi mi sorride "Ciao, ben arrivata!" è molto dolce nell'intonazione. "Francesco...cosa significa tutto questo?" Sbraita Sgambettona.
Lui sorride e porta una mano alla bocca "Ops, mi ero scordata di presentarvi, ma penso che vi conoscete già, no?"


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