mercoledì 28 settembre 2011

Misera me - 10° puntata

Ancora stupite ci guardiamo negli occhi. Io devo avere la bocca spalancata e l'espressione indelebile stile "Urlo di Munch". Sgambettona è immobile come se stessimo giocando a un due tre stella.. nemmeno i boccoli si muovono. Francesco guarda a terra senza fiatare.  Sembra uno scatto fotografico, tre camaleonti nel rigoglioso inverdir di una foresta primaverile. Senza rendercene nemmeno conto io e Sgambettona spezziamo all'unisono l'aria: "Francesco, ti devo parlare!". Mentre il mio tono è preoccupato e pregno di ansietà, quello di Raffaella è stizzito e nervoso. Lui sporge in avanti le mani
invitandoci a rimanere calme "ragazze...ragazze...stiamo tranquilli? Ho scordato di dirvi che d'ora in poi lavorerete fianco a fianco, e a seconda delle mie mete dei viaggi, e delle rispettive competenze, una delle due mi seguirà. Ok ora ditemi..." "no, ti vorrei parlare da sola" squittisce la stupida bionda strizzando istericamente gli occhi e il manico della borsetta tra le sue dita lunghe nervose e con le unghie perfettamente laccate. Io prendo la chiavetta del caffè e senza respirare lascio la stanza educatamente.
Sto sorseggiando il mio caffè da una buona ventina di minuti. Sono appollaiata poco elegantemente su un treppiede. Non sono abituata ad indossare abiti di un certo tipo al lavoro, di conseguenza chiunque passi di li può vedere una sciatta ragazza a gambe spalancate su di una poltroncina rialzata che tiene in una mano un bicchierino di plastica e dall'altra una sigaretta. Mirko. Non so perche ma un guizzo lambisce il mio cervello e il suo sguardo è ancora li dentro di me. Sento un colpo allo stomaco. Una specie di pugno lieve lieve che si attorciglia attorno alla bocca dello stomaco e lo chiude selvaggiamente. Ma cos'ha che mi fa stare cosi?
"Lo sai che non si può fumare qui?". "Si lo so." Francesco prende la sigaretta dalle mie mani e dopo averne rubato un tiro la spegne e la butta nel cestino.
"Potrebbe prendere fuoco tutto se non l'avessi spenta bene, lo sai?" senza accorgermi assumo un tono aggressivo e sprezzante. Ho negli occhi ancora Mirko, cosa ci faccio qui con lui? Perche ho accettato? Perche sono una mignottella da pochi soldi, sono andata a letto con lui e ora ho avuto la promozione. Esattamente come nei film. "Credo che qui stia prendendo fuoco qualcos'altro." Allude alla situazione che si è creata con la mia nuova collega. "Cazzo Francesco, ma come ti è venuto in mente?" "sssh!!!! Parla piano" "Parla piano un cazzo! Come ti è venuto in mente? Eh? Ora voglio che me lo dici! E voglio sapere perche mi hai chiesto di lavorare con te, dimmi!!! Siamo stati a letto insieme? Devo saperlo! Dai basta con questi sotterfugi, voglio la verità" sbotto spazientita e con un tono di voce decisamente troppo alto per quella stanzetta del caffè cosi vicina agli uffici. Mi mette una mano sulla bocca e mi zittisce. "Alzati". Mi prende per il gomito e mi trascina giu dal mio treppiede. Si infila in bagno e mi porta con sè. Gira la chiave. Ora siamo solo noi due. Noi due in uno stupido antibagno aziendale che puzza di varecchina. Occhi negli occhi. Tenta di prendermi una mano ma io la tolgo violentemente. "Dov'è quella deficiente?" gli chiedo senza distogliere lo sguardo. "non preoccuparti" sussurra. "se n'è andata, ha detto che non sta bene" "questo lo sapevo già" ironizzo. "Carlotta, senti..." "No, senti tu! Lasciami parlare" lo minaccio con lo sguardo. "Devi dirmi cosa è successo l'altra sera dopo la festa. Mi hai portata tu a casa?" "si." "Sei salito da me?" "si.". Porca puttana... per un momento tutta la questione si annulla ed io ho un solo flash mentale: che casino avrà visto in quell'appartamento? E i gatti? Avranno anche miagolato o cagato in giro...? Cerco di scrollarmi via di dosso questi pensieri, ora stiamo parlando d'altro. E poi mi sta guardando così...così... così. Non si può spiegare. Perche sono sempre vittima degli sguardi?
"E...." barcollo "cosa è..." non riesco a sostenere il suo sguardo e lo abbasso.
Lui mi posa spalle al muro gentilmente e con un sorriso accecante mi accarezza una guancia con le sue mani grandi e mi dice "Carlotta, non so che tipo di gente frequenti tu, ma io sono un gentiluomo. Non approfitterei mai di una ragazza sbronza come eri tu." Sorride ancora "Dio, eri fradicia veramente...diciamo che avevi un pò alzato il gomito..." trattiene una risata. Io sghignazzo un attimo e sollevata da questo timore rialzo lo sguardo dalla sua bocca ai suoi occhi neri. Prendo la sua mano, la porto sulle mie labbra e la bacio gentilmente chiudendo gli occhi, poi infilo la porta e sussurrando "Non me ne volere, oggi non mi sento bene nemmeno io, ci vediamo domani, sarò sicuramente in ottima forma" e senza lasciarlo replicare me ne vado lasciandolo li.
Beh tutto sommato non è male avere un capo con cui puoi dire "me ne vado perche sto male" essendo perfettamente coscienti che lui sa che non è vero. Sto camminando verso casa, auricolare nelle orecchie, alla radio un paranoico Claudio Baglioni urla "e poi volare in alto dove tu non sei, son sicuro che ce la farei". la strada è trafficata e molti clacson sembrano impazziti, li sento nonostante i miei timpani siano gia occupati in ben altri suoni. Ora sistemerò bene casa e poi mi farò una bella dormita nel mio letto, sono a pezzi. Prima però mi fermo qui, in questo stupido bar giallo e mi faccio un cappuccino con tanto di brioche, alla faccia della dieta. Quando varco la soglia c'è un qualcosa che attira il mio sguardo...una specie di forma mentale che mi obbliga a voltarmi di scatto. Come se sapessi che li doveva esserci qualcosa di interessante. Non so cos'è stato, ma qualcosa mi diceva "Carlotta, voltati, guarda!"




CHIUSURA SONDAGGIO ORE 23.59 DEL 01/10/11 AVETE ANCORA TEMPO PER VOTARE!!! Voglio scrivere un racconto per mano dei lettori: alla fine di questa decima puntata (le altre 9 le trovate nei post precedenti) vi chiedo di votare sulla sinistra come volete che prosegua il racconto; come in ogni democrazia che si rispetti, la maggioranza vincerà e il racconto continuerà secondo le vostre scelte



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