martedì 11 ottobre 2011

MISERA ME - PUNTATA N°12 - votate!

Sto mettendo le ultime cose in questo grosso borsone. Mi manca la spazzola, e il beauty. Finisco di truccarmi e lo schiaffo dentro con entusiasmo. Sono in partenza.
Io e Francesco stiamo per partire per lavoro. Stiamo andando a Parigi, sono emozionatissima. Non ho mai visto Parigi, la città dell'amore, del romanticismo, della tour Eiffel, la città del Louvre, delle baguette, delle R moscie e del can can!
Ci frequentiamo da quasi due mesi ormai, da quando quella sera sotto casa mi ha chiamata lanciandomi dei sassolini... sapeva che stavo male, sentiva che stavo male ed è corso da me. Quella sera abbiamo parlato tanto, non siamo andati a letto insieme, ma mi ha ascoltato ed è esattamente quello di cui avevo bisogno. Da allora non ci siamo lasciati più.
Con lui va alla grande, tutto fila liscio liscio come l'olio. Mi fa sentire speciale, mi fa sentire Donna, mi fa sentire bene. Sento che non mi manca nulla. Certo rimane sempre in sospeso il discorso RITORNO NELLA VECCHIA CASA... ma magari un giorno realizzerò questo mio sogno che per il momento ho soffocato dentro di me. Per ora mi dedico a lui, alle nostre passeggiate sul colle la sera, abbracciati, al nostro continuo baciarsi, coccolarsi e a quel brivido che ci nasconde. E' bello vivere una storia d'amore nel segreto perchè in ufficio nessuno deve sapere di noi. Chi l'ha mai vissuto un rapporto cosi? questo gioco di intesa e complicità che ci lega quando tra le mura dell'azienda ci incrociamo senza nemmeno salutarci ma ci guardiamo come un leone guarderebbe una gazzella, con la voglia di divorarci l'un l'altro. Nessuno sa di noi e questo rende tutto cosi eccitante...mi fa vivere in un film. E poi... quella giacca di pelle, quel profumo che emana e di cui mi nutro ogni qualvolta ci abbbracciamo, vorrei non staccarmi mai. E' un profumo di pelle che non riesco a focalizzare, ma lo associo sempre a qualcosa di molto selvatico, intrinseco nel mio io... qualche ricordo ancestrale, che ne so, sta di fatto che quando lo abbraccio e capto questo odore la mia mente entra in un mondo parallelo...e da li non ne esco più.
Driiiiiiin.....Driiiiiiin..... e chi è ora? Chiudo il borsone e corro al telefono.
"Pronto? Si ...ciao mamma! Si si tutto bene mi sto preparando. Abbiamo l'aereo alle 14 tra poco passerà a prendermi il mio capo si. E' una persona per bene non preoccuparti...si mamma ok... va bene...no mamma, non lo minaccio dicendogli che gli rovinerai la vita se mi succede qualcosa! Mamma per Dio è il mio capo! Dai su su che sono già in ritardo! Ti ho lasciato le crocchette per i gatti sul tavolo in cucina.Sono solo pochi giorni mamma, non sto via un mese dai...mamma...devo andare ora! Un bacione, si...ok! ciao ciao! si, ciao mamma, bacio bacio"

Mi specchio in entrata. Non sembro quella di due mesi fa.
Ho i capelli raccolti in una coda di cavallo ordinata, i capelli sono lucenti, la pelle liscia e rosata.Ho perso qualche kg e lo noto dal viso. Ho un trucco impeccabile, un filo di matita e un po di lucidalabbra mi rendono semplice ma irresistibile. Due piccole perline bianche alle orecchie mi danno un'aria tradizionale ma molto chic. Indosso poi un paio di pantaloni a sigaretta neri, di quelli con la piega. il cinturino in pelle, un paio di decollete rosse con un bel tacco 8 (ok non è un tacco 12 ma non è nemmeno il solito metro quadrato di tacco che uso per non cadere...ebbene si sto imparando pian piano a reggermi su questi sensualissimi trampoli), un maglioncino a collo alto in angora della stessa tonalità delle scarpe, il soprabito fumè e la borsa in tinta.
Il borsone è gia accanto alla porta quando suona il campanello. Premo l'apriporta e dopo essermi infilata il soprabito saluto uno ad uno i miei gattacci che mi mancheranno da morire. Raccolgo il borsone e apro la porta di casa, sono pronta. Si parte.
Di fronte a me c'è Francesco, nella sua immensa bellezza. "Stavo arrivando..." dico sulla difensiva....non mi sembrava di averlo fatto aspettare tanto da farlo addirittura salire.
"ehy tu...non vorrai portare giù quel borsone galattico da sola no?" mi sorride e mi da un bacio sulla fronte. Poi prende il mio bagaglio, la mia mano e mi porta con sè.

Siamo seduti nelle nostre poltroncine su questo airbus. Mio Dio, non mi ricordavo di avere cosi tanta paura di volare. Le gambe sono molli e nervose. Le mani mi sudano e l'aereo sta camminando piano piano sulla pista. tra poco decolleremo. Ommioddio...e se non riesce a decollare? E se si schianta senza riuscire ad alzarsi come quel video su youtube? Francesco mi fissa e sorride "Non sapevo avessi paura di volare!"
"Chi? io? Ma va...e chi l'ha detto???" "La mia mano che ha perso sensibilità...". Abbasso lo sguardo e vedo che le mie dita stanno stringendo con forza le sue. Tutt'un tratto le lascio "scusa, è che era da tanto che non volavo e..." non mi lascia finire e mi bacia teneramente le labbra con le sue vellutate. Sussurra "tu mi fai volare ogni attimo che trascorro nei tuoi occhi". Ma quest'uomo reale? Esiste? E' davvero qui accanto a me e mi sta davvero dicendo queste cose? Per un attimo ho la sensazione di stare sognando. Il profumo della sua giacca di pelle arriva alle mie narici, le sue labbra sembrano non volersi staccare dalle mie, i suoi occhi penetrano la mia anima attraverso i miei, e io mi sento denudata, cosi li chiudo e mi lascio trasportare dai suoi profumi, dalle sue labbra, dalle sue mani che mi tengono il viso. Non posso nel frattempo sentire il rullare del velivolo, stiamo per decollare, ma chi se ne frega, se si schianta almeno potrò dire di essere morta baciando quest'uomo unico. La velocità dell'aereo mi preme sulla poltrona, il rumore dei motori attutisce ogni altro suono, siamo solo io e lui, labbra con labbra, su questo cielo, con questa sensazione di vuoto nello stomaco che si è creata, non ho ancora capito se a causa del decollo o se a causa di questo bacio mozzafiato.

In men che non si dica siamo a Parigi. Non sono riuscita a vedere la torre Eiffel dall'oblò, ero troppo intenta a pregare durante l'atterraggio. Stiamo arrivando all'hotel con un bellissimo taxi. Questa sera, ovvero tra poche ore, avremo un'importante cena di lavoro, Francesco ha detto che il Ristorante è molto carino, lui ci è stato qui più volte. Dobbiamo incontrare dei clienti speciali e Francesco ha scelto di portare me perche so parlare bene il francese, mentre Sgambettona se la cava più con le lingue orientali.
Abbiamo preso due stanze separate per non destare ovviamente sospetti in azienda. Sono attigue ma separate. Ho chiamato mia madre per rassicurarla del mio arrivo e ora, dopo una bella doccia rilassante sono pronta per uscire. Eh ragazzi, questa sera sono un vero schianto.
I capelli sono sciolti, ho fatto una piega come non mi era mai uscita prima. Dolci boccoli morbidi e setosi si posano sulle mie spalle pizzicandomi qua e la la pelle delicata. Abito nero al ginocchio, senza spalline, reggiseno invisibile ma praticamente magico, che trasforma il mio decolleté in una collinetta soffice ma molto discreta. Uno scaldacuore color panna avvolge le mie spalle e copre il seno per non essere volgare, al collo porto una collana di perle abbinata agli orecchini che avevo questa mattina. Ho delle calze autoreggenti che non si vedono ovviamente, ma che importa se non si vedono? Mi fanno sentire cosi eccezionalmente femmina, sensuale, donna…e per niente volgare. Ed è risaputo che per essere belle occorre sentirsi belle… beh allora io stasera brillo di luce propria. Sono un diamante di femminilità, e cazzo, solo con Francesco mi riesco a sentire cosi (scusate la parolaccia… sono femminile si, ma un po di camionista in me rimane sempre e va bene cosi). Ogni tanto ripenso a Mirko. Anche lui mi faceva sentire donna…ma in maniera molto differente. Due modi diversi di sentirsi femmina. Pochette rigorosamente nera e cappotto panna, in tinta con lo scaldacuore e il basco laterale sulla testolina. Lo sistemo bene, una spruzzatina di profumo sul collo ed ecco che, puntuale come un orologio svizzero il mio principe azzurro bussa alla mia porta.

Stiamo passeggiando infreddoliti per gli Champs Elysee, il mio naso è congelato e sarà sicuramente rosso… non potevo vestirmi un po’ più pesante? Attraversiamo un ponte meravigliosamente romantico che sormonta la Senna, i guanti non riescono però a riscaldarmi completamente le dita, cosi le porto alla bocca e ci soffio dentro per scaldarle. Francesco mi posa un braccio attorno alle spalle e mi stringe forte, mi bacia morbidamente e mi dice “Guarda laggiù, siamo arrivati”.
Mi volto di lato e mi chiedo come avessi fatto a non vederla fino ad ora. E’ proprio li, imponente, maestosa, un danzare di luci e colori che mi accarezzano le pupille. Rimango senza fiato, senza respiro, e il battito del mio cuore accellera all’impazzata. Mi commuovo e, si si, sono una piagnona, un paio di lacrime grosse e rotonde escono con naturalezza dai miei occhi.
Francesco non mi prende in giro e non rimane stupito dalle mie lacrime. Me le asciuga con le dita fredde ed evidentemente le piace vedermi piangere di emozione, perche mi guarda amorevole negli occhi e mi dice: .............

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